Neuguitars 2025 #10 La musica cameristica per chitarra della compositrice Sofija Gubajdulina
Il 13 marzo 2025 si è spenta la musicista e compositrice russa Sofija Gubajdulina (Čistopol', 24 ottobre 1931 – Appen, 13 marzo 2025).
Sofija Asgatovna Gubajdulina è stata una delle più influenti compositrici contemporanee, il cui linguaggio musicale riuscì ad unire sperimentazione sonora, spiritualità e simbolismo. Nata il 24 ottobre 1931 a Čistopol, nella Repubblica Socialista Sovietica Autonoma Tartara, la sua carriera si è sviluppata tra la rigidità dell'Unione Sovietica e il riconoscimento internazionale nel mondo occidentale. Gubajdulina ha studiato composizione al Conservatorio di Kazan' e successivamente si è perfezionata presso il Conservatorio di Mosca con Nikolaj Pejko, allievo di Dmitrij Šostakovič. Fin dall'inizio della sua carriera, ha mostrato una predilezione per la sperimentazione e per un linguaggio musicale che travalica i confini della tradizione classica sovietica. Questa inclinazione la portò in conflitto con le autorità culturali sovietiche, che la ritenevano troppo avanguardista. Il linguaggio musicale di Gubajdulina è caratterizzato da un uso innovativo della microtonalità, dalla combinazione di strumenti occidentali e orientali e da un forte simbolismo numerico e religioso. La sua musica attinse a tradizioni musicali diverse, dal canto gregoriano alla musica popolare tartara, passando per le influenze di compositori come Šostakovič, Webern e Messiaen. Un'altro degli aspetti più distintivi della sua opera è stato l'uso del concetto di "tempo sacro", in cui il ritmo e la durata delle note assumono un valore spirituale oltre che strutturale, riuscendo ad evocare, in molte delle sue composizioni, attraverso l'interazione tra suono e silenzio, un senso di trascendenza e meditazione.
Tra le sue opere più note spiccano "Offertorium" (1980), un concerto per violino e orchestra dedicato a Gidon Kremer, e "In croce" (1979), un duetto per violoncello e bayan (fisarmonica russa), che esprime il concetto di croce sia musicalmente che simbolicamente. Altri lavori importanti includono "Sieben Worte" (1982) per violoncello, bayan e archi e "The Canticle of the Sun" (1997), basato su testi di San Francesco d'Assisi.
Religione e spiritualità hanno giocano un ruolo cruciale nella musica di Gubajdulina. Profondamente influenzata dal misticismo cristiano, la sua musica riflette spesso temi di lotta tra luce e oscurità, vita e morte, caos e ordine. Questo interesse per la dimensione trascendentale la distingue da molti suoi contemporanei e ha contribuito a renderla una figura di riferimento per chi cerca una fusione tra modernità musicale e profondità filosofica.
Nonostante le difficoltà incontrate sotto il regime sovietico, Gubajdulina ha ottenuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale. A partire dagli anni '80, con il declino dell'Unione Sovietica, il suo lavoro ha ricevuto maggiore attenzione in Occidente, dove è stata accolta con entusiasmo in festival e istituzioni di prestigio. Ha ricevuto diversi premi, tra cui il prestigioso Premio Polar nel 2002 e il Leone d'Oro alla carriera alla Biennale di Venezia nel 2021.
La maggior parte delle opere di Sofija Gubajdulina è costituita da musica cameristica strumentale. Un tale interesse per i generi da camera è facilmente spiegabile, date le grande possibilità di esecuzione che esse offrono anche con un numero esiguo di musicisti, e non va dimenticato che per Gubajdulina è importante il suono reale della composizione. Ma non solo. Per la compositrice, il suono rappresenta un mondo intero e la sua musica da camera si basa spesso su canoni ben lontani dalla tradizione. All'interno delle sue composizioni appare in primo piano il ruolo degli esecutori. A differenza dei momenti melodici, armonici, polifonici, l'attimo espressivo, il colore della musica non può essere trascritto nella partitura e il compositore può soltanto offrire alcune indicazioni convenzionali. Le creazioni della Gubajdulina comportano una reciproca dipendenza tra autore ed esecutori. Un aspetto che si rivela anche nelle sue opere per chitarra classica.
Un buon modo per avvicinarsi a queste musiche è il cd “Guitar Works (Complete)”, uscito nel 2015 per la Naxos, grazie al chitarrista statunitense David Tanenbaum.
Tanenbaum, nato nel 1956 a New Rochelle, New York, è riconosciuto come uno dei più eminenti chitarristi classici della sua generazione. La sua carriera è sempre caratterizzata da un impegno profondo nell'ampliare il repertorio chitarristico e nel promuovere la musica contemporanea. Fin dall'età di 16 anni, quando ha debuttato come solista, Tanenbaum ha mostrato un'inclinazione verso la chitarra classica. Ha studiato con maestri come Rolando Valdés-Blain, Aaron Shearer e Michael Lorimer, e ha ampliato la sua formazione musicale con la pianista Jeanne Stark-Iochmans e la clavicembalista Laurette Goldberg. Attualmente, è direttore del dipartimento di chitarra al San Francisco Conservatory of Music, dove ha ricevuto il premio Outstanding Professor nel 1995. La sua carriera concertistica. Si è esibito in Nord America, Europa, Australia, nell'ex Unione Sovietica e in Asia. Nel 1988, è diventato il primo chitarrista americano invitato a esibirsi in Cina dal governo cinese. Ha collaborato con orchestre prestigiose come la Los Angeles Philharmonic, la San Francisco Symphony e la London Sinfonietta, sotto la direzione di maestri come Esa-Pekka Salonen, Kent Nagano e John Adams. Uno degli aspetti più distintivi della carriera di Tanenbaum è il suo impegno nella musica contemporanea. Molti compositori hanno scritto opere appositamente per lui, tra cui il concerto per chitarra "An eine Äolsharfe" di Hans Werner Henze e "Ascención", il primo pezzo per chitarra di Terry Riley. Ha anche eseguito prime mondiali di opere di Aaron Jay Kernis, Roberto Sierra e Lou Harrison. La sua discografia, che supera le tre dozzine di registrazioni, riflette la sua versatilità e il suo impegno nel repertorio contemporaneo. Ha registrato opere di compositori come John Adams, William Bolcom, Alan Hovhaness, Steve Reich e Michael Tippett, oltre a trascrizioni di musica per liuto di J.S. Bach, John Dowland e Sylvius Leopold Weiss. David Tanenbaum ha avuto un impatto significativo nel mondo della chitarra classica, sia attraverso le sue esibizioni che tramite il suo impegno nell'educazione e nella promozione della musica contemporanea.
David Tanenbaum, il deus ex machina, dietro a questo album, spiega così le particolari richieste tecniche sonore previste dalla compositrice. “When I was called to perform the premiere of Repentance during Sofija Gubajdulina's residency with the San Francisco Symphony in 2009, I had to come up with what the score called a "friction beater", which was "a small ball of rubber or elastic plastic ... fastened onta a springy, resilient steel string (e.g. a piano string)". That prompted quite a few trips to different stores, and a lot of puzzling over how exactly one can fasten a piano string onto a small ball. But this was Sofija Gubajdulina. She hadn't written for the guitar since she produced the two early, short pieces heard here, but in the interim she had become celebrated as the great and fearless composer that she is. The rest of the score had fantastic and unusual sounds, and it all made sense, so I figured that she must have a very specific idea here that I just didn't get. I experimented with this 'friction beater' sound, and remained baffled. I finally showed up to the first rehearsal with a variety of options, which she found curious. But then she pulled out her own version, which she had brought all the way from Germany. It made a sound unlike any of mine, and in fact unlike the many devices I had hit strings with in the past. When she heard it, she smiled.”
Questo cd prevede l'esecuzione di quattro brani (Repentance (2008), Serenade (1960), Toccata (1969) e Sotto Voce (2010). Repentance (2008) per tre chitarre, violoncello e contrabbasso, è stato commissionato dalla San Francisco Symphony ed è stato presentato per la prima volta a San Francisco il 22 febbraio 2009. È l'ultima versione di un pezzo scritto un anno prima, Ravvedimento (2007 ) per violoncello e quartetto di chitarre. Nel 2007 ha creato una versione chiamata Repentance per contrabbasso e tre chitarre, dedicata al contrabbassista Alexander Suslin. Ravvedimento e Repentance sono stati dedicati al violoncellista Ivan Monighetti. Sebbene Gubajdulina sia profondamente religiosa, e tutti e tre i titoli si riferiscano al pentimento, questo pentimento ha una forma secolare: alla fine si tratta della consegna di un brano promesso a un violoncellista che è stato un grande interprete di questo strumento.
Serenade e Toccata furono inclusi in un'edizione del 1971 di opere per chitarra di compositori sovietici dall'editore Muzyka. Serenade, che è stato ripubblicato da Matanya Ophee nella sua serie Editions Orphée, doveva essere relativamente facile da suonare ed è stato descritto dal compositore come "musica per piacere". Ha un carattere di ricerca, improvvisazione ed esplora l'intera gamma dello strumento, dalla sua nota più bassa alla più alta. È stato eseguito e registrato molte volte. Al contrario, la Toccata, registrata qui per la prima volta è quasi sconosciuta ed è più virtuosistica; ha uno slancio trainante che difficilmente si ferma. Come in Serenade, esplora l'intera gamma della chitarra. Sotto Voce per viola, contrabbasso e due chitarre è stato scritto nel 2010 e poi rivisto nel 2013.
Fondamentali elementi russi della natura artistica della Gubajdulina sono stati l'estrema serietà nel rapporto con l'arte e quella forma di massimalismo che esige un'assoluta concertazione da parte dell'artista, che comprende una visione globale intellettuale e sentimentale: filosofia, religione, visione estetica e poetica, scienza e sentimento umano. Nelle sue opere si nota l'immediatezza del suono musicale, una conseguenza della sua capacità di concepire l'opera nella sua integrità e di viverne il carattere unitario. Una visione che si collega al fenomeno di una donna compositrice di proporzioni artistiche oggi fuori scala e a uno stile che diventa difficile da rapportare a una qualsiasi corrente o tendenza della musica contemporanea. Uno stile che non appartiene né all'avanguardismo né allo strutturalismo, né al neoclassicismo né al minimalismo, né allo stile retrò né al neo-romanticismo.
Sofija Gubajdulina è stata una delle figure più significative della musica contemporanea, capace di fondere innovazione tecnica e profondità espressiva. La sua ricerca sonora e il suo simbolismo mistico la rendono unica nel panorama musicale, testimoniando il potere della musica come veicolo di spiritualità e introspezione. Il suo contributo continua a ispirare nuove generazioni di musicisti e compositori, lasciando un'impronta indelebile nella storia della musica del XX e XXI secolo.